Poesie filastrocche e favole
quadretti di vita familiare
La sezione è dedicata al periodo dell'infanzia dei miei nipoti, con i quali passavo molto del mio tempo accudendoli e riscoprendo nel gioco le meraviglie del mondo dei fanciulli.
Il primo dentino di Giulia
Quando CLIO incontra CLOE
le domanda: “Dov’è ZOE?
A passeggio con suo ZIO?”.
CLOE risponde: “Non lo so:
forse è andata in riva al Po
a giocar con Barnabò”.
E se fosse in via Mazzini
a cercare i vestitini
delle bambole d’un tempo,
mentre nonna nel frattempo
s’affanna là in cucina
con pepe, sale e margarina?
E se fosse sceso dal camino,
a veder se il tuo dentino
dondola pian pianino
per lasciar posto naturalmente
a un dente permanente?
(La filastrocca comincia - puro gioco sonoro - senza alcun disegno narrativo. Clio, Cloe e Zoe nascono dal non-sense, Puffi fantastici frutto di semplici giochi vocalici. Presto il travestimento lascerà posto a una serie di scenette legate al vissuto infantile del dentino che dondola pian pianino, trasformate in gioco o giocosamente interpretate, fino ad arrivare al giorno di Natale).
“O genitori miei, i denti
di che cosa sono fatti?”.
“Bella domanda! Chiedilo
al nonno Tumiatti
quando verso mezzodì
arriverà qui
per un pranzetto di pesce”
La bimba sottopone la domanda:
lui non vuol dare una risposta stramba
e, con fare vagamente letterario,
toglie da uno scaffale
un grande dizionario.
“Vieni, cerchiamo la risposta,
se possibile, dentro queste pagine.
Sarà come fare un’indagine:
evviva l’asino e l’amico bue
che stanno nella capanna laggiù
a riscaldar col fiato il buon Gesù,
figlio di Maria e di Giuseppe
nato povero, ma ricco d’amore
e diventato nostro Signore!
Leggiamo com’è fatto un dente:
anzitutto un tessuto di dentina
rivestita da un sottile
strato di smalto
più solido e duro dell’asfalto
per bene masticar la merendina.
I primi che spuntano ai bambini
denti da latte son chiamati.
Per fortuna sono ballerini
e a un certo punto se ne vanno
per lasciar posto, oh, senti,
ai loro fratelli permanenti
che tenere dovrai sempre puliti
per sconfiggere batteri e parassiti.
E se proprio faranno i birichini
-o la cosa dovesse farsi seria-
a tutto penserà la zia Valeria:
t’insegnerà a usar lo spazzolino
la sera, il pomeriggio ed il mattino
e se proprio questo non ti cale
userai il filo interdentale.
Un’ultima domanda ti rivolgo,
sotto forma di piccolo problema:
se del papà i denti son trentuno
sai tu dirmi perché ne manca uno? “.
III
Ariano 24 novembre 2002
resta qui ferma un poco in sosta.
Leggiamo insieme …A…B…C…D…
la parola cercata è proprio qui…
DENTRO, DENTALE, DENTIERA
DENTISTA, DENTATURA, DENTATA
oh finalmente! eccola trovata!
Vedi quel disegno a lato?
rappresenta i denti che avrai
-quando grande diventerai-
per avere una buona masticazione
e sgranocchiare mandorle e torrone.
Contiamo. Uno, due, tre, quattro,
cinque sei sette, otto, e via così.
La prima arcata ha sedici dentini
ed altrettanti la seconda arcata
in tutto fanno trentadue:
Dopo tre settimane finalmente
il piccolo dentino
ha salutato tutti
e se n’è andato,
mentre usciva dal suo covo
un incisivo tutto nuovo
che da tempo premeva
con forza da sotto in su.
La prima a sentirlo sei stata tu
e subito sei corsa da mammina:
“Mamma, dammi uno specchio
vieni, è nato proprio adesso:
quando arriverà la formichina
che mi hai promesso?
E che mi porterà? del cioccolato?
Non importa, ma comunque sia
sono contenta che sia andato via!
Però non lo voglio dimenticare
mi piacerebbe poterlo conservare
e quando sarò più grande
esclamerò:
ohibò
com’era carino!
Lo riporrò in uno scatolino,
uno speciale recipiente
che chiameremo PORTA DENTE.
E per finire questa filastrocca
-che leggiamo
nel giorno santo di Natale-
facciamo gli auguri a tutti
grandi e piccoli, belli e brutti,
e addentiamo il panettone classico,
con l’uvetta pizzutella,
sfornato dalla pasticceria Zanella!
Il secondo dentino di Giulia
S’era a lungo dondolato
venti giorni e forse più.
Venne il giorno del distacco
Or vi dico come fu
Un mattino alla materna
guarda caso un lunedì
giorno 13 gennaio
mezzogiorno o giù di lì
la bambina se ne stava
a mangiare un bel panino
quando udì una vocina:
“O carina devo andare
ho compiuto il mio servizio
son caduco di mestiere
nulla tu devi temere
se di sangue una goccina
bagnerà la tua manina!”.
Scese qualche lacrimuccia
dagli occhietti tuttavia.
E credendo la bambina
di poter trovar la zia
chiese lesta alla maestra
un tantino preoccupata
di fare una telefonata
e subito fu da Elisa accontentata.
Così terminò quella giornata
con l’uscita anticipata.
Percorreva ancora la via
e chiedeva: “C’è la zia?”
-No, non si trova qui
tornerà mercoledì”.
Nella casa dei nonni
Passò un bel pomeriggio la piccina
Simulando il gioco della scuola:
le scolare Antonilla e Luigina
scrivevano dritte sul rigo
“Se disturbate vi mando in castigo”
diceva agitando le mani
e le due stavano zitte come salami;
poi salì per controllare
Ariano 15 gennaio 2003
se il nonno stava in camera a studiare
e gli propose di stampare
alcune figure da ritagliare
Non una, ma quattro volte la birbante
fece ticchettare la stampante!
Venne l’ora della Melevisione:
più non fece sentire la sua voce
ma due bibetti si pappò veloce.
Finita la trasmissione
terminata la visione
riprende la battaglia:
disegna, colora, ritaglia
la piccola simpatica canaglia!
Passa un’ora o giù di lì
Quando giunge una sorpresa.
Per i grandi ed i piccini
mette il nonno su un CI DI
e chi canta? La PAUSINI!
Mentre assaporo in pace un caffè
Lei intona la canzone preferita
“E ritorno da te”. Ascolto ammirato:
la bimba canta bene ma io
sono stonato.
Tornano finalmente i genitori
(il lunedì lavoran fino a sera)
saluta tutti: non sente più la bua
e ritorna felice a casa sua.
Avevamo appena finito di cenare
La nonna e nonna bis stavamo a conversare
Quando sentimmo il telefono squillare:
“pronto, sono io…il dentino si è levato
è il secondo, lo metterò insieme al primo
nel mio scatolino.
E tu nonno, che hai questa simpatica mania,
scrivimi pure un’altra poesia!”.
Estate
Meraviglie d’estate:
una bimba che sa di miracolo
un prato verde, bagnato,
e fiori intorno
e nemmeno l’ombra
del peccato.
Autunno
O campi arati di fresco
mare solcato di dorata vertigine
verginità dissepolta
grido d’amore
nella grande pianura.
Afa d’asfalto
L’afa pesante d’asfalto
respinge lo sguardo attonito
io volgo gli occhi altrove
ad orizzonti infiniti.
La tua immagine, amore,
è sempre presente nell’anima mia.
Pena segreta
Verzura, verzura
abbarbicata ai meandri
di un cielo che scopro a fatica
(la gravità ci opprime, o Dio)
la mia pena segreta si sfascia.
Riprende il camino
solitario un colombo viaggiatore.
Cubetti di porfido
Pianura intarsiata di papaveri
rossi agitati rutilanti
estate nel mirino della Leika
Nel Corso graffiti cancellati
Scalpicci ritmi e ciottoli
Lucidi quadri anchilosati
Abbassa le persiane per favore
La luce del sole ferisce stamane
nonna, abbassa le persiane
fallo subito, fallo adesso
per favore
elimina quel riflesso!
Il termometro
Stringo ancora la penna in mano
ora mi stendo sul divano
per misurarmi la temperatura
e controllare se la febbre dura.
Messaggino
Cosa cincischi col telefonino?
Aspetti o scrivi un messaggino?
Meglio sarebbe leggere una favola
così nessuno s’incavola.
(Giulia e nonno, 13-2-2007)
L’anno vecchio e l’anno nuovo
(il 2004 saluta il 2005)
L’anno vecchio passa in fretta
fra la noia e l’allegria
è una corsa in bicicletta
che veloce fugge via.
Via col vento nelle strade!
Anche se qualcuno cade
si riprende poi la corsa
si ricarica la pila
e di nuovo tutti in fila.
L’anno nuovo che verrà
cosa porterà?
Porterà giorni di sole
prati in fiore, fresche viole
e l’erbetta da tagliare
e la siepe da potare…
qualche gatta da pelare
vedrai che non mancherà.
Chiocciolina, chioccioletta
- Chiocciolina, chioccioletta
dove vai così di fretta?
-Non ti sembra, ma son brava
vado lungo la mia strada
al negozio preferito
dalla nonna Nella
a comprar la mortadella
parapilla – parapella
e poiché ho tanta fame
qualche fetta di salame
per farmi un bel panino.
È ver che son piccina
e mi porto la casina
sulle spalle
e cammino lentamente
con la bici tra la gente
ma se incontro un cammello
suono pure il campanello
ha un cappello un po’ consunto
e procede lento, appunto!
Ariano, 7 giugno 2002 penultimo giorno di scuola.
Il saltello del TRE ….
A trenta dì dal capodanno
(se non credi, fa’ le prove
silenziosi e infreddoliti
sono giunti gli anni NOVE.
“Poffarbacco – tu mi dici –
chi li ha portati? Un drago?
Io rispondo: “Non lo credo
sarà stato forse un Mago.
dal lontano ciel stellato
dopo un volo silenzioso
lungo credo mille miglia
senza un poco di riposo
questa notte è atterrato
ed in sogno s’è svelato”.
“Che ti ha detto?’” chiede Sara
un’amica molto cara
che stupita e incuriosita
vuol sapere com’è andata.
Senza dir neanche un AUFFA
Giulia esclama: “Ora ti dico
una cosa molto buffa
che racconto solo a te…
conservala in memoria
questa stravagante storia”.
E comincia: “Questa notte borbottavo
la formula segreta
per sognare il Mago:
Zigo Zago, Zigo Zago
Pit-pot, tic – toc
Ùmeri - ùmeri …
ed è apparso proprio
il MAGO DEI NUMERI
che mi ha detto:
Se mi dirai qual è
il saltello del tre
diventerai principessa
del regno di Badessa”.
“Cos’è mai questo saltello?”
Chiede Sara un po’ sorpresa.
“Ecco qui viene il bello.
Non ti lascio nell’attesa.
Pur essendo addormentata
ricordavo che il saltello
era un gioco molto bello,
vale e a dire il risultato
di un numero per sé moltiplicato
e subito ho pensato:
che strana coincidenza
è la notte del 30 gennaio
dell’anno duemilasei.
Il caro MAGO certamente
mi ha fatto un augurio di compleanno
riservato solo a me
perché gli sono simpatica
e mi piace la matematica...”.
La pensata della bambina
Stamattina la bambina
mentre stava in cucina
a guardare il nonno
che faceva colazione
con pane e marmellata
ha avuto una pensata:
“Nonna, ascoltami un pochino,
mi è venuto un pensierino:
mentre tu fai la doccia
io mi pappo una goccia
delle tue: solo una o forse…due”.
“Ma che dici bimba mia?
per piccina che tu sia
non mi sembra proprio il caso
che mi meni per il naso!”.
“Sta tranquilla, ora ti spiego:
sono gocce di biscotto
che conservi in emergenza
ben protette là in credenza.
Ti prometto: solo due
accanto al mio nonnino.
In una tazza delle tue
verso un po’ di latte,
lo scalderò d’altronde
nel forno a microonde.
Lo punto a 500
e di questo m’accontento”.
Detto fatto la piccina
prepara la tazzina
ed infila la manina
tra i biscotti: poi tranquilla
li prende e conta: uno… due…
e continua a pescare
quattro pesci in mezzo al mare
quattro, sei, otto e ancora…
vuota tutto il contenuto.
Resta il nonno mezzo muto.
“Avevi detto che mangiavi due gocciole
ma mi sembra che sian moltiplicate
forse per ricordare la tabellina dell’otto
che fan rima con biscotto”.
Nonno e Giulia, 21 giugno 2004
Il cambio della lettera iniziale
“Oggi non sei andata a scuola
perché la tosse ti disturba la gola.
Per farti passare un po’ il male
vuoi giocare al cambio
della lettera iniziale?”.
Giulia risponde: Benone!
Prima le chiedo le azioni del vento
Che tien sospeso in aria l’aquilone
e poi: “Dimmi – se ti riesce-
il nome di un pesce
appetitoso in scatola sott’olio”.
E le risponde prontamente:
TONNO!
Ora cambia la lettera iniziale
e otterrai il nome…oplà
del padre della mamma e del papà.
E lei risponde:
NONNO!
“Vediamo se rispondi ancora
A questa domandina:
Qual è la cosa che prima o poi
Viene a me, a te, … a tutte le persone
Soprattutto la sera?
Pensa un pochino, poi risponde:
SONNO!
19 MAGGIO 2004
Tredici anni…
Alla quasi ragazzina
noi diciamo imbambolati
“Ma quanti anni son passati
da quando tu sei nata?
Facciamo i conti: tre fino al Duemila
poi altri dieci tutti in fila
tredici fanno, numero primo
divisibile per sé stesso e l’unità…”.
Lasciamo ogni discorso
sui numeri e sul tempo
che transita veloce
e torniamo a questo giorno
con amabile nostalgia
per farti un augurio
splendente
come la nuova Ferrari
che in un attimo ti porta
fino a Bari.
30 gennaio 2010