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La cronaca non va confusa con la storia, essendo questa un’attività che necessita di strumenti metodologici, valutazioni critiche e interpretazione dei fatti non influenzati dalle ideologie. Ma dà comunque un affresco, un quadro, spesso vivo, pulsante, anche conflittuale, ma utile per capire la complessità della realtà, il clima di una comunità, di un periodo e la percezione che i contemporanei ne avevano.

Articoli di cronaca locale 1900-1912
a cura di Aldo Tumiatti 

Anno 1911

Il Polesine Democratico 28 gennaio 1911.  Ariano: corso di conferenze agrarie
“Il dottor Giulio Spargetti, direttore del locale ufficio agricolo-tecnico dei fratelli Violati Tescari, inizierà un corso di conferenze, in un’aula del nuovo edificio scolastico, ora sede provvisoria del Municipio. (2) Tratterà il tema: “Importanza agraria e sciale dei prati artificiali, loro preparazione chimica e fisico-meccanica”. A questa conferenza interverranno certo possidenti e fittavoli ben lieti di poter fornire di nuove cognizioni che valgano al loro miglior momento economico dal quale dipende l’altro della numerosa classe di braccianti”.

(2)  L'11 gennaio 1911 un incendio, scoppiato durante la notte, danneggiò il palazzo municipale, distrusse l’anagrafe e l’archivio storico. La sede municipale fu provvisoriamente ospitata presso il nuovo edificio scolastico da poco costruito che accoglieva le varie classi della scuola elementare.

Corriere del Polesine 8 aprile 1911. Elogio della bonifica. Intervento di Federico Violati junior
“Prescindendo dal progresso indiscutibile dell’alto Polesine non si può avere un’idea adeguata dello sforzo titanico che s’è compiuto nel basso Polesine col prosciugare e rendere fertile quella larga estensione di suolo in buona parte sommerso, se non andando sui luoghi. Ma come quelle lussureggianti vegetazioni rinnovate sui fondi emersi sono lontane dalle vie frequentate, adagiandosi all’estuario del Po per mezzo di lenti canali e dune e strade senza alberi, così non sono molti i visitatori; e la grande opera di rigenerazione terriera è a molti sconosciuta laddove meriterebbe d’essere visitata, così per sistemi razionali di coltura, quanto per l’audacia dei congegni inventati per sollevare le acque basse derivate dai canali di scolo e ributtarle ove possono defluire liberamente al mare. Questo suolo redento dal canneto e dalla malaria sembra ora pervaso da un soffio di felicità. Svariate sono le coltivazioni e specie quelle della bietola e del grano. Ogni anno più significante il crescendo i quintali di frumento che vanno ripopolando i maggiori mercati di Rovigo e di Ferrara e più che altro vengono mandati su barconi e bragozzi chioggiotti al porto di Venezia.
In questa plaga così fertile a cui sta a capo il Comune di Ariano era necessario che nel paese stesso ove si vanno raccogliendo come in un accumulatore le più vive forze del lavoro e della vita commerciale si aprisse un movimento per la trattazione dei più diretti interessi come quello delle granaglie e del bestiame e a ciò ha provveduto l’Amministrazione comunale istituendo una fiera annuale. A questa felice idea non potevano essere indifferente la Cattedra Ambulante di Agricoltura, il Governo, l’Associazione zootecnica provinciale e tutti gli Enti che incoraggiano l’agricoltura e stanno all’avanguardia di ogni giovevole movimento riguardante il progresso agricolo e il miglioramento della zootecnia.
Invitato quasi dalle parole dei precedenti oratori che avevano manifestato la più sincera simpatia all’Ufficio agricolo Violati Tescari, sorse a parlare Federico Violati (junior) che si rivelò, oltre che agricoltore colonizzatore e giornalista anche un signore della parola. Con vibrato accento fece riapparire il Polesine come in una storica visione del passato: l’isola di Ariano frastagliata da specchi d’acqua morta, di canneti, con le case rare e gli spessi stormi d’uccelli palustri dispersi all’apparire dell’uomo fatto audace dalla buona volontà di voler dissodare e rigenerare la gleba (terreno incolto) sulla quale cadeva estenuato dalla malaria…Rievoca gli sforzi tenaci del braccio del lavoratore, unito al capitale per strappare palmo a palmo il  terreno alla morta gora (palude); richiama come in un’apparizione le coltivazioni che vincevano il brusio delle erbe palustri, il ripopolamento delle case, la malaria fugata, l’irrobustimento della razza nostra, con visi fiorenti di salute, con donne turgide nel seno e fiorenti nei fianchi…Vorrebbe che per l’avvenire si ergessero comignoli fumanti con sotto il pulsar delle macchine e delle sirene chiamanti al lavoro immense schiere di uomini, le strade solcate di rapide parallele di ferro per rapido corso dei treni e l’aria tagliata dalle scintille correnti del fluido elettrico e delle onde sonore dei telefoni, insomma un’eco di laboriosità febbrile e gioiosa si spandesse via per i campi”.

Corriere del Polesine 12 aprile 1911. Si tratta sui nuovi patti agrari
“Il sindaco Pavanati e il Commissario Gentili stanno concordando, in unione ai lavoratori e possidenti agricoli, i patti agrari che andranno in vigore quanto prima. È desiderio unanime che l’intesa venga completamente raggiunta, e non s’abbiano a deplorare scioperi che riescono pur sempre funesti specie per la classe lavoratrice”.

Corriere del Polesine 3 maggio 1911.Tiro al piccione
“Oggi ha avuto luogo nel Foro Boario (luogo aperto in cui si svolgeva il mercato del bestiame) il tiro al piccione promosso dal Circolo Ricreativo Arianese. Esso è riuscito brillante per numero e valentia dei cacciatori accorsi dalle   marine adriesi e dal codigorese. Iscritti 29. Gran pubblico acclamante. I colombi pel tiro generale erano cinque. Premi: lire 100 - 50 - 25. Lode a Gustavo Cristi che tutto coordinò e diresse, non badando a fatiche. L’incasso superò ogni aspettativa”.

Corriere del Polesine 21 giugno 1911. Rivà di Ariano. Improvviso sciopero agrario
“La favola è vecchia…i lavoratori nella loro buona fede leghista e socialista accettano tacitamente la coltivazione delle terre in primavera in attesa di stabilire il tranello durante la mietitura. Così è successo ieri a Rivà. Da giorni si ventilavano minacce di cessazione del lavoro per strappare un aumento sulla percentuale della mietitura. Quello che è più scaltramente volgare è che i leghisti hanno iniziato ieri la mietitura nei terreni sabbiosi per tralasciarla di colpo e aver così il tempo per rimpiazzare un patto capestro che in questo momento ha la forma del ricatto. I proprietari e fittavoli iscritti all’Associazione non si sono scomposti. Stasera si radunano per decidere. Sul luogo si è recato anche un rappresentante dell’Agraria provinciale. Per la tutela dell’ordine saranno inviati carabinieri. Domattina sarà pure a Rivà il Commissario distrettuale cav. Gentili”.

Corriere del Polesine 23 dicembre 1911. Recite di filodrammatica pro feriti in Tripolitania
“I filodrammatici del paese si sono esibiti nel dramma “Romanticismo” di Gerolamo Rovetta. (1) Teatro rigurgitante di spettatori. La serata ha fruttato 200 lire le quali sommate alle altre 2.500 raccolte, costituiscono una cifra abbastanza rilevante. Anima del Comitato sono stati i signori avv. Oloferne Bonacci, pretore; Enrico Stella, farmacista e il dottor Leno Bellini. Un encomio particolare al Pretore, anima del Comitato, che ha riorganizzato e diretto la società filodrammatica con sapiente magistero. Gli attori arianesi erano: la Barbieri, G. Cristi, Zadra, Bianco, Adami, Tecchiati, G. Dal Pra, G. Luisari”.

(1) Girolamo Rovetta (Brescia 1851- Milano 1910) fu autore fortunato di romanzi e racconti (Mater dolorosa, 1882; Il primo amante, 1892; La baraonda, 1894; Il tenente dei lancieri, 1896; La signorina, 1900), nei quali si rivela penetrante psicologo e attento osservatore dei vizî della società post-risorgimentale. Dimorò a lungo nel Veneto. Per il teatro scrisse gli amari La trilogia di Dorina (1889) e I disonesti (1892), e Romanticismo (1901): questo ultimo lavoro, efficace rievocazione del patriottismo risorgimentale, ebbe un largo successo. Da Treccani)

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