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La cronaca non va confusa con la storia, essendo questa un’attività che necessita di strumenti metodologici, valutazioni critiche e interpretazione dei fatti non influenzati dalle ideologie. Ma dà comunque un affresco, un quadro, spesso vivo, pulsante, anche conflittuale, ma utile per capire la complessità della realtà, il clima di una comunità, di un periodo e la percezione che i contemporanei ne avevano.

Articoli di cronaca locale 1900-1912
a cura di Aldo Tumiatti 

Anno 1908

Corriere del Polesine 4 gennaio 1908. Iniziative culturali
“Su proposta del direttore della scuola (Giuseppe Sisti), il sindaco avv. Gaetano Pavanati ha dato affidamento di convocare un buon numero di persone laureate e diplomate qui residenti allo scopo di un corso di conferenze popolari trattanti di Medicina, Igiene, letteratura, Scienze, Storia del Risorgimento, Giurisprudenza”.

Corriere del Polesine 17 febbraio 1908.  Ripartizione quota per costruzione del nuovo cimitero
“Oggi il signor Bolzoni Giona, capo dell’Impresa che ha costruito il nuovo Cimitero di Ariano, ha convocato tutti gli operai cointeressati per dar loro esatto conto della sua gestione e ripartire in eque parti l’ultima quota ricevuta dal Municipio. L’esposizione del movimento finanziario è stata regolare. Il grosso volume dell’azienda, esaminato in ogni sua parte, rivelò che ogni somma era giustificata da appositi documenti di spesa. Fu ripartita l’ultima quota e tutti manifestarono la loro soddisfazione firmando una dichiarazione”.

La Lotta, n. 9, 29 febbraio 1908. Rivà di Ariano. Lettera ai conduttori dei fondi
“Ai signori conduttori dei fondi.
Abbiamo inteso che volete acquistare nuove segatrici: ma sono già troppe quelle che avete! Sappiamo che qualcuno dice che avete piacere se il proletariato langue di fame, che le macchine fanno risparmiare denaro, ma pensate che anche noi abbiamo diritto di vivere in questo paese! Pensate che sei anni fa quest’isola era coperta dall’acqua e che molti di voi proprietari eravate quasi alla miseria, mentre oggi, bonificati i terreni per mezzo del braccio del lavoratore, ci fate guerra! Non abusate della pazienza del lavoratore, non dovete col vostro contegno e con certe decisioni prese senza riflettere provocare dei disordini”.

La Lotta, n. 13, 11 aprile 1908. Rivà di Ariano. Protesta della Lega
“I conduttori dei fondi, sdegnati della nostra forza, hanno licenziato pel nuovo anno i loro contadini, perché iscritti alla nostra Lega di miglioramento. Crumiri, che vivete nell’ignoranza! Guardate come si accaniscono colla nostra Lega perché sanno che con l’unione possiamo ottenere i nostri diritti. Organizzatevi, e sarete più forti con noi. E che i signori non trovino crumiri che occupino il posto dei loro compagni licenziati. Se qualche traditore capitasse in Rivà, vivrà solo e senza stima”.

Corriere del Polesine 5 maggio 1908. Sciopero di Ariano. Trattative fallite
“Dopo due giorni di laboriose trattative dirette con squisito tatto pratico dal nostro Sindaco avv. Gaetano Pavanati incorse tra la commissione dei proprietari e dei fittavoli e quella dei leghisti, mentre oggi le difficoltà parevano appianate, ne insorsero altre sulle tariffe, per cui ogni proposito di accomodamento fallì e per conseguenza la lega proclamò lo sciopero generale dei lavoratori con probabile abbandono delle stalle da parte dei bovai. Il Commissario distrettuale avv. Borgna, allo scopo di tutelare la libertà di lavoro, ha disposto per l’intervento di due squadroni di cavalleria che si attendevano in giornata.
Si pensa che lo sciopero durerà per qualche tempo, perché si dice che la lega intenda sussidiare i più bisognosi perché non venga infranto il patto di solidarietà. Facciamo gli auguri perché si concilino gli animi e trionfi la santa concordia tra capitale e lavoro perché certi lavori agricoli si rendono ognora più urgenti ed un prolungato disaccordo sarebbe esiziale per ambo le parti”.

Corriere del Polesine 7 maggio 1908. Rivà: si aggrava lo sciopero a Rivà
“Ad Ariano perdura lo sciopero e la situazione si accentra nella frazione di Rivà. L’altro giorno numerose squadre di contadini tentarono, scorrazzando per le campagne, d’impedire il lavoro ad altri contadini. Furono perciò arrestate 12 donne e fra esse la contadina Soncin Isolina per oltraggio ai carabinieri. Questa mattina a rinforzo dei Carabinieri, insufficienti per la vasta zona, sono partiti per i luoghi di sciopero 150 soldati del nostro presidio. Coi numerosi agenti di P.S. è sul luogo il vice Commissario dott. Borgna”.
Scrive il corrispondente di Ariano Giuseppe Sisti:
“Lo sciopero continua accentuandosi sempre più. Stamane vennero arrestate, sotto l’imputazione di attentato alla libertà di lavoro, 14 donne. La Lega, tosto riunitasi, nominò una commissione per parlamentare col Sindaco affinché interponesse i suoi buoni uffici presso l’autorità di P.S. per conseguire la libertà provvisoria delle arrestate. Il sindaco accettò, ma perorò invano a favore delle detenute. La situazione prende una piega poco tranquilla. Stanotte giungeranno 3 compagnie di militari che si sistemeranno nelle scuole di questo centro.
Ripeto l’augurio che la lega si decida a presentare il contro patto colonico e quindi si addivenga alla nomina di un arbitrato che definisca – pro bono et aequo – (secondo ciò che è giusto ed equo) la vitale questione”.

Corriere del Polesine 8 maggio 1908. Incarcerate a Rovigo le donne di Ariano arrestate
“Ieri da Rovigo sono partite per Ariano due compagnie del XIV fanteria. Stamattina verso le 11 venivano tradotte alle carceri di Rovigo a mezzo del tramway De Bei e di altra carrozza e da buona scorta di Regi Carabinieri le donne leghiste di Ariano arrestate l’altro ieri per attentato alla libertà del lavoro”.

Corriere del Polesine 11 maggio 1908. Sciopero: raggiunto l’accordo
“I proprietari e gli scioperanti hanno presentato al Sindaco le loro tariffe, che da ambo le parti sono state comunicate anche ai corrispondenti dei più importanti giornali. In seguito alla presentazione al sindaco delle tariffe degli scioperanti, i proprietari si sono riuniti e, presa in esame la tariffa medesima, hanno inviato una lettera al sindaco nella quale lo pregano di volersi interporre per fare accettare ai lavoratori la tariffa da loro già presentata trovandola equa e ragguagliata ai paesi rivieraschi.
Se gli scioperanti rifiuteranno, autorizzano il Sindaco a proporre quella di Ariano Ferrarese, ad eccezione della trebbiatura e mietitura che sarà del 14% posto il grano in granaio o carretto, il 10% solo mietitura posta in cavaioli sull’aia e il 9% posta in crocetta. Desideriamo una risposta entro mezzogiorno. Il sindaco stamane ha invitato la commissione della Lega nel suo ufficio, dove ha avuto luogo un primo abboccamento. La sera dell’11 maggio dopo lunga discussione sono stati combinati i patti colonici e quindi è cessato lo sciopero. L’accordo è avvenuto su basi pienamente soddisfacenti”.

Corriere del Polesine 14 maggio 1908. Conferenza di Federico Violati Tescari
“Federico Violati Tescari terrà una conferenza a Milano sull’avvenire della Somalia, ove ha studiato i terreni e sperimentato il suo aratro”. (1)

(1)    Cenno storico sulla Somalia. Le due compagnie commerciali che gestivano i territori somali, di fatto operanti per conto dello Stato italiano, non avevano dato i risultati sperati. Così, come era avvenuto con la prima compagnia, anche la seconda che operava nei i territori meridionali, accusata d’essere una perdita economica e incapace di estendere la presenza italiana oltre le città costiere, venne retrocessa nel 1905 a semplice soggetto privato e la colonia passò nelle mani dello Stato italiano. Il nuovo assetto giuridico fu completato con la legge 5 aprile 1908. Dalle ceneri delle due passate compagnie nasceva quindi la Somalia italiana, cui veniva affidata anche l’amministrazione della Somalia settentrionale. Da un dominio coloniale indiretto, basato sul controllo economico e commerciale, l’Italia passò a un dominio diretto. Sorprendente la capacità di visione e di iniziativa del Violati Tescari che puntava ad ampliare la diffusione dell’apparecchio per l’aratura appena uscito dalla sua Officina Meccanica ubicata ad Ariano Ferrarese, in grado di dissodare qualsiasi terreno alla profondità di circa 40 cm. Ne aveva dimostrato l’efficacia nel riuscito esperimento compiuto in una tenuta del principe Torlonia, nell’agro romano, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Cocco-Ortu (24 aprile 1907).

La Lotta, n. 20, 16 maggio 1908. Rivà di Ariano. Accordo tra lavoratori e Ferruccio de Lotto
“Dopo parecchi giorni di lotta, il signor Ferruccio de Lotto è venuto ai patti. Egli, che aveva risposto alla commissione dei lavoratori che il boicottaggio lo calcolava come una grandinata, vedendo che la minaccia non era uno scherzo, venne a più miti consigli. I nostri leghisti furono onestissimi e accettarono l’accordo ai patti offerti prima”.

Corriere del Polesine 18 maggio 1908. Patto concordato fra proprietari e lavoratori ad Ariano

“1. I proprietari si impegnano di rispettare l’organizzazione dei lavoratori, e quando gli stessi avranno qualche lagnanza, si rivolgeranno alla Lega per i leghisti, come gli organizzati si rivolgeranno all’Associazione dei proprietari.
2. I proprietari e fittavoli si impegnano di occupare prima gli operai di Ariano, compresi i carrettieri, siano o no iscritti alla Lega, e non potendo questo Comune fornire sufficiente mano d’opera, si rivolgeranno ad altri paesi, accordando sempre il beneficio dei patti stabiliti.
3. Nel caso di dissidi, divergenze e conflitti tra le parti, le medesime dovranno nominare una commissione arbitrale di 5 persone, la quale giudicherà inappellabilmente “pro bono et aequo”.
4. I proprietari si impegnano di dare il terreno in compartecipazione prima agli operai del luogo, ed in mancanza potranno rivolgersi ad altri paesi.
5. I proprietari si obbligano di continuare a servirsi per i lavori delle bietole e del granoturco degli operai ai quali avevano impegnato le relative terre (compartecipazione) salvo di dividere per metà le spese sostenute dai proprietari e conduttori di fondi per lavoro e coltivazione delle bietole a granoturco fattisi fino ad oggi pe mezzo di altri operai (crumiri o salariati).
6.  Retribuzioni:
a) Boari: due uomini – sei mesi e cioè dal 1 ottobre al 30 marzo, lire 40 e 6 mesi, ossia dal 1 aprile al 29 settembre, lire 60. Vitelli: lire 3 per ogni nascita. Fanale: lire 18 all’anno. Fascine: lire 50 per bovaria (numero di salariati fissi addetti alla cura del bestiame) valutate a centesimi 20 l’una. Casale (piccolo appezzamento di terra a disposizione del contadino): un quarto di campo (mq 1.000). Due campi di frumentone alla terza parte e quella quantità disponibile, a seconda delle sue forze, come agli avventizi. Bestie n. 12 da lavoro, e numero 6 da allevamento. Onoranze (regali in natura al padrone del podere): abolite. Potrà tenere 12 galline e un maiale al palo. Le attribuzioni saranno quelle praticate fino ad ora. Disdetta del contratto non più tardi del 29 giugno. In caso di malattia per 15 giorni verrà sostituito da altri.
b) Cavallari o carrettieri: salario: 6 mesi lire 25 e sei mesi lire 35. Olio per stalla lire 18. Fascine n. 100 a centesimi 20. Mezzo campo per casale. Mezzo ettaro di terra alla terza parte. Cavalli da custodire: n. 5. Onoranze e altro, come sopra.
c) Obbligati: sei mesi lire 1 e sei mesi lire 1,40. Un campo di frumentone al 33%. Coltivazione gratuita e 200 metri per casale od orto. Attribuzioni: come sempre praticate.
d) Compartecipazione (contratto di lavoro col quale il proprietario affida la coltivazione di una superficie di terreno in cambio della compartecipazione di una quota dei prodotti): Bietole, 60 centesimi per quintale. Frumentone, al 25% come ai patti precedenti. Mietitura, 14% posto in carretto o in granaio ben stagionato; 10% in covoni sull’aia; 9,5% in crocetta in campagna.
d) Avventizi (braccianti agricoli assunti a giornata, senza vincolo di durata, per alcuni giorni o per l’esecuzione di determinati lavori, retribuiti al termine della prestazione o comunque a fine settimana): gennaio, febbraio e dicembre: uomini centesimi 20 all’ora; donne centesimi 12. Ottobre-novembre-marzo-aprile: uomini centesimi 25 all’ora; donne centesimi 12. Maggio-giugno: uomini centesimi 30 all’ora; donne centesimi 13. Luglio-agosto-settembre: uomini centesimi 32 all’ora; donne centesimi 15. Liberi tutti i cottimi (retribuzione in base all’obiettivo raggiunto o risultati e non del tempo impiegato). Nel caso in cui per la trebbiatura del frumento o avena occorressero delle giornate, verranno retribuite: uomini 40, donne 20 centesimi all’ora.
7. Il presente contratto durerà fino al 31 dicembre 1909, col diritto di ambo le parti di disdettarlo 3 mesi prima, e cioè entro il 29 settembre. In mancanza di disdetta esso si intenderà confermato per un altro anno, e così di seguito. Quanto poi al licenziamento dei bovari, obbligati e cavallari, questo dovrà essere dato da ambo le parti non più tardi del 29 giugno di ogni anno.
8. Gli operai si riservano di rescindere il presente contratto qualora non venga concordata, entro il corrente mese di maggio, la tariffa dei carrettieri”.

Corriere del Polesine 25 maggio 1908. Agitazione agraria nel Polesine (articolo di carattere generale)
(Pagina dei proprietari e fittavoli, ufficiale per gli Atti dell’associazione omonima).

“L’agitazione agraria in Polesine continua a mantenersi più che altro allo stato latente. In vari Comuni continua l’astensione parziale dal lavoro; in altri ogni si proclama un piccolo sciopero. È stato provveduto perché liberi lavoratori possano andare dove maggiore si presenta il bisogno di braccia. Le associazioni dei proprietari a questo scopo hanno reclutato un buon numero di contadini pronti a recarsi al lavoro anche dove è proclamato lo sciopero (crumiri). Per fortuna ci sono ancora in Italia delle province dove non hanno fatto presa le azioni delittuose dei nuovi sfruttatori del proletariato, e quindi non è difficile sostituire gli scioperanti, per quanto sia sempre l’estrema arma questa cui devono ricorrere i proprietari i quali, prima, devono tentare tutte le pratiche conciliative…”.
“…Nelle campagne si vive in uno stato di continua diffidenza, di perplessità, di agitazione. Lo sciopero di Parma sarà certo un esempio e la resistenza di quei proprietari servirà di ammonimento anche ai nostri, i quali dovranno convincersi che solo colla disciplina e con gli accordi si possono sostenere urti così formidabili”.

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