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La cronaca non va confusa con la storia, essendo questa un’attività che necessita di strumenti metodologici, valutazioni critiche e interpretazione dei fatti non influenzati dalle ideologie. Ma dà comunque un affresco, un quadro, spesso vivo, pulsante, anche conflittuale, ma utile per capire la complessità della realtà, il clima di una comunità, di un periodo e la percezione che i contemporanei ne avevano.

Articoli di cronaca locale 1900-1912
a cura di Aldo Tumiatti 

Anno 1907

Il Polesine democratico, 2 marzo 1907. Dimostrazione di simpatia ai fratelli Violati di Ariano
“Dimostrazione di simpatia della popolazione arianese ai fratelli Violati, reduci dagli esperimenti compiuti nell’Agro Romano coi loro apparecchi di aratura a vapore ove, come da noi e in Lombardia, hanno dato ottimi risultati. Piazza gremita. Il Sindaco, insolitamente commosso, consegnò una pergamena firmata da moltissimi concittadini. Parlarono il direttore didattico Giuseppe Sisti, il signor Ricci, Tosi e F. Luisari di Ariano Ferrarese. Lungo il percorso da Adria ad Ariano, manifestazioni di simpatia. Dal discorso del Ricci si evince:
a - omaggio e incoraggiamento agli inventori; b- utilità dell’aratura in ordine alla produttività del suolo; c- opportunità dell’industria in ordine alla disoccupazione nel nostro paese e possibilità di avviarlo ad un’industria permanente”. Testuale chiusura del discorso: “Possa il vostro apparecchio foggiato da mani arianesi trionfare ovunque, ma specialmente in quelle sterminate solitudini dell’Agro Romano nel cui seno si nascondono tesori di fertilità ivi sepolti senza efficacia da secoli, causa la colpevole ignavia di una lunga serie di governi pontifici… Possa la vostra nobile iniziativa esplicarsi, incrementarsi e consolidarsi, e i vostri aratri spandersi ovunque a decine e centinaia, strumenti di civiltà e di pacifica conquista agricola”.
Federico Violati ringrazia. Si dichiara amico fervente degli operai “pel benessere dei quali avrebbe impiegato le sue giovani energie”.  Al suono dell’Inno di Garibaldi furono accompagnati a casa.

Operai, tecnici ed impiegati della fabbrica aratri meccanici Violati Tescari (1913). Il primo a destra è Gaetano Violati Tescari

Corriere del Polesine, 6 maggio 1907. Cessato lo sciopero nell’officina Violati
“Dal giorno 2 corrente i battenti dell’Officina meccanica Fratelli Violati arano chiusi avendo 32 operai chiesto 5 centesimi di aumento all’ora con formale dichiarazione di astenersi dal lavoro in caso di ripulsa. Questo fatto determinò la chiusura dell’officina. Ora gli operai, in seguito a caldi uffici dei pacieri ritornano nello stabilimento alle condizioni quo ante ad eccezione di sette, che rimangono inflessibili nella decisione presa.
Così 52 operai hanno assicurato il pane nuovamente nel proprio paese e alle dipendenze di ottimi giovani quali sono i fratelli Violati i cui sentimenti umanitari si esplicarono nobilmente in tutte le congiunture”. (1)
 
1)    È l’unico caso di sciopero industriale, da collegare alle agitazioni che investirono Ariano Ferrarese, il Mesola e il Basso Ferrarese nello stesso anno.

Corriere del Polesine 25 giugno 1907. Inizio della mietitura. Ricorrenza storica
“Qui la mietitura e procede senza ostacoli. Non è però da escludere che possa da un momento all’altro risentirsi il contraccolpo dello sciopero del ferrarese al quale questi operai potrebbero associarsi per di solidarietà. Questo sindacato (proprietari e fittavoli) ha già disposto per fronteggiare la situazione ed impedire che venga coartata la libertà di lavoro. Lungo l’argine sinistro del Po di Goro stanziano pattuglioni di operai per impedire che nessuno del Veneto si rechi a mietere nel Ferrarese ove è già stato proclamato lo sciopero.
Oggi sul poggiolo del Municipio sventola la bandiera tricolore che venne esposta 40 anni fa dal sindaco Vito Violati Tescari quando le truppe del generale Franzini passarono per Ariano provenienti da Rivà”.

Corriere del Polesine 1 luglio 1907. Agitazione agraria ad Ariano Ferrarese
“Ieri, sotto buona scorta di carabinieri, giunsero da Adria 12 mietitrici per la Società delle Bonifiche Ferraresi contro le quali, sul fiume Po, mosse una massa di scioperanti provenienti da paesi limitrofi, alla quale un plotone di fanteria, posto alla testata del ponte, sbarrò il passo.
Sopraggiunsero due squadroni di cavalleria che tentarono di allontanare gli scioperanti ma questi, ribellandosi agli ordini dati, furono caricati dalla cavalleria dopo i tre squilli di tromba e respinti lungo il Canalbianco. Dopo di che le mietitrici continuarono indisturbate verso la tenuta Venezia. Adunatisi nuovi scioperanti per tentare una dimostrazione davanti al palazzo delle Bonifiche, furono nuovamente raggiunti. Parecchi, rifugiatisi nella camera della Lega, furono sloggiati.  La camera fu chiusa, con ordine tassativo imposto al segretario di non più aprirla. Vennero operati due arresti per oltraggio e resistenza ai Carabinieri”.

La Scintilla, 7 luglio 1907
Dopo aver accennato che era in atto una grandiosa agitazione agraria nel territorio di Copparo, il giornale scrive: “Nel Basso Polesine i lavoratori della terra hanno lasciato il lavoro della mietitura ed hanno incrociato le braccia, solidali con i loro compagni d’oltre Po. A Bologna, Parma, Piacenza, Brescia, Torino si attende la parola d’ordine per scioperare: se la reazione nel Ferrarese continua ad imperversare i lavoratori fiaccheranno il collo al Governo di Giolitti”.

Corriere del Polesine 22 luglio 1907. Onoranze a Giuseppe Garibaldi
“Si festeggia solennemente il centenario della nascita di Garibaldi e il 41° anniversario della battaglia di Bezzecca. Parla il sindaco Gaetano Pavanati davanti alla lapide dei caduti, Gustavo Cristi (presidente dei reduci) fece l’apoteosi di Garibaldi, parlò magistralmente del combattimento di Bezzecca ove cadde il diciottenne Angelo Pavanini di Ariano; mandò un saluto ad un eroe popolare, certo Piròn che al comando del Comitato segreto nazionale traghettava gli emigranti veneti all’altra sponda del Po e che poi, chiamato a Polesella, fu colpito da piombo tedesco in mezzo all’onde del fiume. Per ultimo parlò vibratissimo il signor Enrico Tosi, in senso anticlericale, fra vivi applausi”.

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